Oggi con gli alunni di I E abbiamo trascritto la ricetta del tacchino arrosto con ripieno di castagne, un must per ogni Americano nel giorno del Ringraziamento, ovvero domani.
Ecco come dovrebbe apparire il risultato finale:



Ed ecco la ricetta:

Ricetta per 8-10 persone.


Tempo impiegato: 2 ore e mezzo circa.



Ingredienti: 1 tacchino medio (3-4 kg) già spennato e pulito dalle interiora, burro, sale, 500 g di castagne bollite e sbucciate, 200 g di burro, 200 g di pane secco o crakers, 50 g di uvetta, 100 g di sedano, 1 cipolla tagliata fine, 2 cucchiai di prezzemolo tritato, sale e pepe





Per il ripieno:

Mescolare le castagne con il burro, salare e pepare, incorporare il pane secco sbriciolato o i crackers e il prezzemolo. Rosolare nel burro il sedano e la cipolla tagliati fine e incorporare nell’impasto. Aggiungere anche l’uvetta (facoltativa). Il ripieno si può preparare anche il giorno prima e conservarlo in frigorifero.



Lavare e ripulire il tacchino dalle penne rimaste utilizzando le pinzette o passandolo sulla fiamma. Ungere dentro e fuori con burro e salare solo esternamente. Riempire e cucire bene perché non esca il ripieno. Legare le cosce fra loro e al busto. Proteggere le ossa delle cosce con carta stagnola perché non si brucino.

Mettere in una teglia da forno piuttosto fonda (per raccogliere il sugo) e disporlo con il petto in alto (non va girato durante la cottura). Riscaldare il forno a 230°C ma abbassarlo a 175°C quando si inforna. Ogni 20 minuti ungere con il brodo di cottura (in America esiste uno speciale attrezzo, a forma di peretta, per raccogliere il sugo e spruzzare il tacchino). Per vedere se è cotto bucare con una forchetta e se esce fuori un sughetto chiaro ma non sanguinolento vuol dire che è cotto. Se si cuoce troppo il sopra coprire con allumino per finire la cottura e renderla uniforme. Se il forno è ventilato è meglio, si rischiano meno bruciature.



Il contorno tipico è con patate americane e pannocchie di granturco bollite. Si può condire con cranberry sauce (salsa di mirtilli rossi, che si compra già confezionata).

ENJOY YOUR MEAL!



Si festeggia in tutti gli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre ed è considerata festa nazionale.


Le origini della festa rimandano al 1620, quando i Padri Pellegrini (Pilgrim Fathers) inglesi raggiunsero la costa orientale americana a bordo della Mayflower dopo aver abbandonato l’Inghilterra a causa della persecuzione religiosa. Alle soglie dell’inverno, i coloni inglesi ebbero vita dura nella nuova terra, abitata unicamente da Native Americans, gli Indiani d’America. Molte persone morirono durante i primi mesi, a causa della scarsità di cibo e del clima freddo. Si racconta, tuttavia, che un Indiano del posto, di nome Squanto, abbia offerto il suo aiuto, insegnando agli Inglesi come coltivare il granturco ed erbe medicinali. Il raccolto successivo fu quindi abbondante e i coloni ebbero di che sfamarsi. La prima celebrazione, organizzata per ringraziare Dio dell’abbondante raccolto, (Thanksgiving significa infatti “rendere grazie”) durò tre giorni, con cene e balli ai quali furono invitati anche gli Indiani.

Oggi il giorno del Ringraziamento è preceduto dalla cerimonia della “Grazia Presidenziale”: il Presidente in carica, alla Casa Bianca, concede la grazia a due tacchini che, mantenuti in vita, vengono poi trasferiti in un ranch. Questa usanza viene fatta risalire a John Fitzgerald Kennedy che, negli anni ’60, per primo rifiutò di mangiare il tacchino, concedendogli, appunto, la grazia.

Il tacchino resta, tuttavia, il piatto principale di questo giorno di festa. Viene cucinato arrosto, con un ripieno generalmente di castagne (stuffed turkey) accompagnato dalla pumpkin pie (la classica torta di zucca). Durante la giornata si assiste alla partita di football in televisione (Patriots contro Lions su Cbs, Saints contro Cowboys su Fox e Bengals contro Jets su Nfln) e alla sfilata di New York. Attualmente il Thanksgiving é spesso abbinato a quattro o cinque giorni di festa – un lungo weekend, che usualmente implica la chiusura delle scuole nel calendario annuale, nonché la chiusura di qualsivoglia attività commerciale e lavorativa.


Sulle rive del fiume Hudson, New York, chiamata affettuosamente “the big apple” dai Newyorchesi e definita “the city that never sleeps” (la città che non dorme mai) ebbe una rapida espansione urbanistica nel corso dell’800, sino ad assumere l’attuale struttura a grata, con l’intersecarsi delle avenues (i viali che percorrono la città per tutta la lunghezza dell’isola) e le streets (le strade costruite perpendicolarmente).

La prima immagine che la città ci offre, approdando dal mare, è la famosa Statua della Libertà, “Miss Liberty”, nei pressi di Ellis Island, antica stazione d’immigrazione attraverso la quale passarono tutti gli immigrati provenienti da ogni parte d’Europa. Oggi la città è la combinazione di cinque boroughs (quartieri amministrativi), collegati l’un l’altro da ponti: Queens, il Bronx, Brooklyn, Staten Island e, ultimo ma non per importanza, Manhattan, il vero cuore della metropoli.


Lo skyline della città è fortemente caratterizzato da grattacieli quali l’Empire State Building, uno dei simboli di New York e per molti anni il grattacielo più alto sino alla costruzione delle Twin Towers, poi abbattute in seguito all’attentato dell’11 settembre 2001; il Chrysler Building in stile Art Decò o Liberty; lo United Nations Building, costruito verso la fine degli anni ’40 da Les Corbusier. Luoghi famosi e caratteristici della città sono altresì la 5th Avenue, meta dello shopping e vero cuore della città, Wall Street, con lo Stock Exchange, il Palazzo della Borsa, fondata nel 1792 ed ancora oggi la più importante al mondo; Central Park, immenso polmone verde in pieno centro della dimensione di 420 ettari, per 4 km di lunghezza; il MOMA (Museum of Modern Art); Macy’s, il più grande magazzino del mondo; il Radio City Music Hall, il più grande teatro al mondo.

Un celebre quartiere all’interno di Manhattan è Harlem, centro del mondo nero, a nord di Central Park. Questa zona nacque come area residenziale, ma le abitazioni rimaste invendute furono date in affitto ai neri, che qui fondarono la vera e propria mecca del jazz (famosissimo il locale “Cotton Club”). Dopo un periodo di decadenza, ora è di nuovo un quartiere alla moda. Colorati e folkloristici sono Little Italy, per quanto attualmente sia abitata da un minor numero di Italiani, Soho, paradiso dei loft newyorchesi, e Chinatown. I primi Cinesi giunsero a New York ad inizio ‘800 per lavorare nelle ferrovie. Il Greenwich Village è il quartiere preferito dagli artisti e ancora oggi caratterizzato da una spiccata eccentricità.




Ora che Halloween è appena trascorso, è già tempo di pensare alle prossime festività. Lo sapevate che Hogmanay, il capodanno degli Scozzesi, è una delle celebrazioni più sfavillanti e scoppiettanti al mondo? Sicuramente da non perdere, se non fosse per il clima rigido del 31 dicembre...Curiosate un pò qui...

http://www.edinburghshogmanay.org/


Edinburgh's Hogmanay 2010 from Edinburgh's Hogmanay on Vimeo.