La città sorge sul fiume Liffey, dal quale deriva il nome (“stagno nero” in lingua gaelica). Il fiume attraversa per intero la città e lo attraversano 11 ponti, tra i quali ricordiamo l’O’Connell Bridge. Affacciati sul fiume sono la dogana e il palazzo di giustizia, danneggiati durante le sommosse per l’indipendenza dal Regno Unito (1921/22). Le architetture più belle risalgono al ‘700, quali il Trinity College e la National Library.
La musica incarna il vero spirito popolare dell’Irlanda: la tradizione popolare risale alle ballate dei bardi che suonavano il tipico strumento chiamato “bodram”, una specie di tamburo.
Il primo insediamento della città risale ad epoca vichinga, mentre le architetture georgiane derivano dagli inglesi dominatori. I vecchi quartieri industriali della città oggi sono disseminati di graffiti. Molti ex-magazzini sono stati trasformati in sale d’incisione: oggi Dublino è la capitale europea della musica, come fu Londra negli anni ’60.


Tra gli sport tipicamente irlandesi ricordiamo:
• Hurling, lo sport nazionale irlandese. Si gioca con una mazza in legno ricurva che colpisce una pallina di cuoio. E' lo sport più veloce al mondo.
• Golf
• Corse di cavalli e levrieri
Gli edifici maggiormente degni di nota sono:
Il National Museum, dove si trovano gioielli celtici che testimoniano l’alto grado di cultura cui era giunta l’Irlanda nel Medioevo.
• La National Gallery
• La National Library con oltre 500.000 volumi
• Martello Tower a sud di Dublino: abitata da Joyce, che vi ambientò il primo capitolo dell’Ulisse.
• Cattedrale di Christ Church in stile romanico
• Cattedrale di St Patrick’s in stile gotico
Per lo shopping si può visitare la Powers Court Town House, enorme centro commerciale che riunisce ristoranti e negozi.
Dublino è, inoltre, la capitale della Guinness e vanta ben 900 pub. L’industria della birra consuma enormi quantità di malto e orzo.
Proprio nel mondo anglosassone sono nate le tradizioni dell'happy hour e del pub crawling (letteralmente "trascinarsi da un pub all'altro" per concedersi generose pinte di birra, rigorosamente scura)


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